Il canto a braccio

dal sito www.comune.borbona.rieti.it

 

Il canto a braccio è un aspetto tipico della società contadina.
La vita contadina, specialmente quella vissuta tra le montagne d'Abruzzo dove Borbona si trova, pur essendo spesso segnata da stenti e sacrifici non mancava di momenti lieti, celebrati dai poeti a braccio in ottava rima nelle aie, nelle osterie, nelle feste. Predominava il genere satirico, ma non mancava quello serio. I temi erano svariati: religioso, familiare, amoroso, burlesco, sociale, di cronaca e di politica, la natura; per non parlare delle guerre che hanno insanguinato l'Italia in passato.
Per rendere più divertenti le
tenzoni poetiche i temi venivano trattati, come suol dirsi, a contrasto: suocera-nuora, padre-figlio, montagna-pianura, mare-cielo, prete-contadino, pastore-impiegato, quiete-tempesta, ecc. Non mancavano i temi epici e altri.
Nel tascapane dei pastori forse qualche volta poteva mancare il pane, ma non certo i libri poetici (Tasso, Ariosto, Pulci, Dante, Omero ed altri).
L'
ottava rima incatenata era la tecnica più usata con una strofa composta di otto endecasillabi rimati, che seguono lo schema ABABABCC, quindi i primi sei endecasillabi sono a rima alternata, e gli ultimi due a rima baciata ma diversa da quelle dei versi precedenti, e uguale a quella del primo verso dell'ottava successiva.

Un esempio di ottava a rima tratta dall' "Orlando furioso" di Ludovico Ariosto :

 

- A - Or, se mi mostra la mia carta il vero,
- B - non è lontano a discoprirsi il porto; 
- A - sì che nel lito i voti scioglier spero 
- B - a chi nel mar per tanta via m'ha scorto;
- A - ove, o di non tornar col legno intero,
- B - o d'errar sempre, ebbi già il viso smorto.
- C - Ma mi par di veder, ma veggo certo,
- C - veggo la terra, e veggo il lito aperto. 

 

La bravura del poeta, il cui scopo era anche quello di mettere in difficoltà l'avversario suscitando l'ilarità degli astanti, consisteva nel chiudere l'ottava con una rima molto difficile: chi seguiva, oltre a rispettare il tema, doveva iniziare con un verso che aveva la stessa rima, appunto per "incatenare" l'ottava.

A Borbona il periodo più fiorente del canto a braccio è stato quello che va dal 1850 al 1950. L'estinzione della società contadina ha portato quasi all'estinzione tale tradizione. Il Festival Regionale di canto a braccio di Borbona, insieme ad altre manifestazioni analoghe, è riuscito a portare interesse verso l'ottava rima, mantenendo tale tipo di cultura viva e proiettata verso il futuro.