L’improvvisazione poetica in altri paesi
a cura di Mauro Chechi
L’improvvisazione poetica praticata nei paesi di lingua ispano-portoghese, fa uso, prevalentemente, della decima. Questa, pertanto, in considerazione del numero dei poeti estemporanei presenti nel vasto territorio iberico e latino-americano, merita una particolare attenzione in quanto è da ritenere che sia la strofa più cantata in assoluto.
La decima, usata dagli improvvisatori, è conosciuta come espinela dal nome del poeta e musicista spagnolo Vincente Martinez Espinel, che fu il suo battista, in quanto ideatore della particolare ricorrenza di rime che la contraddistingue.
Quasi a voler seguire il destino avventuroso, che caratterizzò i viaggi singolari e la vita picaresca e rischiosa del suo creatore, la decima, o meglio la espinela, dalla penisola iberica, superato l’Oceano, giunse, insieme alla lingua degli spagnoli e dei portoghesi, negli stati del Centro e del Sud America. La scrittrice argentina Meri Franco-Lao, sostiene, in merito, che: «... il trovatore latino americano» sia che abiti «…la pampa argentina, i llanos venezuelani ... la conca della provincia Oriente di Cuba ... le distese appena ondulate del Sud brasiliano e dell’Uruguay ... la vallata centrale cilena ... dal conquistatore ispano e lusitano ha ricevuto, tra l’altro, il cavallo, i versi ottosillabici e la chitarra...».
Colui che ha fatto uso della espinela, divulgandola ed esaltando il suo inventore, come ricorda tra gli altri lo studioso Maximiano Trapero, è il poeta Lope de Vega, il quale sostiene: «... non sembri una novità chiamare Espinelas le decimas, perché questo è il suo vero nome, che deriva dal maestro Espinel, suo primo inventore, come i versi saffici derivano da Saffo…». Le espinelas, grazie alla loro diffusione, sono alla base delle disturne poetiche nei vari paesi di lingua ispano-portoghese, anche se esiste, come vedremo, una grande « …varietà di metri e modelli di strofe...» (variedade de metros e modelos estroficos).
La espinela è formata da dieci versi ottosillabici nella combinazione di rime, ABBAACCDDC, come si può vedere in questa riportata, che fu la prima scritta da Espinel:
“No hay bien que del mal me guarde
Temeroso y encogido
De sin razón ofendido
Y de ofendido cobarde.
Y dunque mi queja, ya es tarde,
y razon me la defiende,
mas en mi daño se enciende,
que voy contra quien me agravia,
como el perro con la rabia
a su mismo dueño ofende”.
Il repentista e scrittore cubano Alexis Diaz-Pimienta, compie un’analisi, suddividendo la espinela, come nell’esempio riportato, in tre parti principali, alle quali sono assegnati i nomi di: prima redondilla (quattro ottonari), puente (due ottonari), y segunda redondilla (quattro ottonari):
“A mi tambien me han clavado
Punales de ipocrisia
Y hay heridas todavia prima redondilla
Que no me han cicatrizado
Por el dolor destrozado puente
Finjo no sentirme mal
Y sigo cantando igual
Como el que un dolor no tiene segunda redondilla
Para que se recondene
La que me clavò el puñal”.
“Anche me hanno colpito
Pugnali di ipocrisia
E ci sono anche ferite
Che non si sono cicatrizzate
Distrutto dal dolore
Fingo di non sentir male
E continuo ugualmente a cantare
Come chi non sente dolore
Perché non si veda
Quello che mi fece il pugnale”