Festival di Canto a Braccio - 1a serata: venerdì 18 settembre
Una grande serata di musica ha aperto la quarta edizione del Festival di Canto a Braccio di Borbona.
Il neonato Coro "Concezio Colandrea", alla sua sola terza esibizione pubblica, ha dato prova di grande maturità artistica intrattenendo il pubblico con canzoni composte dal compianto Concezio Colandrea, a dirigere il coro e gli elementi della banda che l'accompagnavano, l'omonimo nipote del maestro. Grande emozione quando sul palco si sono aggiunti Giovanna Marini ed i suoi tre coristi. L'artista romana, icona della musica popolare italiana di protesta e lotta operaia e contadina, ha partecipato con evidente entusiasmo alla performance del coro di Borbona, cantando insieme alcuni brani tradizionali come "Lu tùturu rusciu", "La filastrocca de li mestieri", "All’acqua, all’acqua".
A seguire l'esibizione di Giovanna Marini ed i suoi tre coristi. L'artista romana ha proposto brani tradizionali del suo vastissimo repertorio (è attiva dal 1960), composto per lo più da canzoni di carattere politico e sociale, dando dettagliate spiegazioni e raccontando divertenti anedotti su ogni pezzo suonato. Brani "storici" come "Addio Lugano bella", "I treni per Reggio Calabria", "O Gorizia tu sei maledetta" hanno completato una performance durata quasi due ore.
La musicista non ha risparmiato elogi e complimenti verso i musicisti ed i coristi di Borbona rimanendo positivamente meravigliata del livello artistico e della diffusione della cultura musicale del nostro paese.
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Festival di Canto a Braccio - 2a serata: sabato 19 settembre
Sono stati ben quattordici i cantori che hanno calcato il palco del Festival di Canto a Braccio edizione 2009 nella serata di sabato:
Paolo Santini di Posta (RI) , Pietro e Donato De Acutis di Bacugno (RI) , Marcello Patrizi di Montereale, il giovane Francesco Marconi di Cittareale (RI), Berardino Perilli di Campotosto (AQ), il borbontino Paolo Cioni detto "Paolino", i toscani Umberto Lozzi e Lorenzo Michelini, Agnese Monaldi di Allumiere (RM) unica donna presente tra i cantori, Fabrizio Abbafati e Ezio Bruni di Artena (RM), il cubano Josè Antonio Roche e Mauro Chechi nella sua consueta veste di presentatore-cantore, hanno entusiasmato il pubblico con la loro abilità poetica e la loro simpatia. Mancava l'attesissimo Alessio Runci di Terzone (RI) che, per motivi di salute, ha dovuto disertare la serata di sabato per poi presentarsi, tra grandi applausi, nello spettacolo del giorno successivo.
Molti i "duelli" in ottave sugli argomenti più disparati proposti dal pubblico, stipato all'inverosimile all'interno della tendostruttura appositamente allestita per l'evento. Come sempre affascinante lo spettacolo di "terzine" accompagnate dalla ciaramella suonata da Pietro De Acutis o dall'organetto nelle mani del figlio Donato De Acutis. Di particolare fascino il canto della mietitura proposto dal duo Fabrizio Abbafati e Ezio Bruni. Molto interessanti le lezioni di Mauro Chechi sull'improvvisazione poetica e sulla differenze che essa ha negli altri paesi dove questa forma di arte viene utilizzata ed insegnata addirittura nelle scuole. A tal proposito sul palco il cubano Josè Antonio Roche che ha dato prova della sua capacità ad improvvisare in decima rima, una forma di improvvisazione conosciuta come espinela dal nome del poeta e musicista spagnolo Vincente Martinez Espinel.
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Molti gli applausi di incitamento quando l'infortunato Alessio Runci, insofferente a rimanere tra il pubblico, è salito sul palco per duettare con i suoi amici cantori. Un invito, quello di salire sul palco, esteso anche al giovane cittarealese Francesco Marconi degno erede della più pura tradizione del canto a braccio come vero e proprio poeta-pastore.
Un saluto a tutto il pubblico ed un arrivederci alla prossima edizione da parte dei cantori e dell'Ass.re Domenico Corgentile a conclusione di una edizione di un Festival come sempre riuscito ottimamente.