Canto a braccio: a Pietro De Acutis il 1° premio 2010

 

Pietro De Acutis vince il 1° premio "Poeta laziale dell'anno" al termine di una gara ad eliminazione che ha intrattenuto il numeroso pubblico intervenuto al 5° Festival Regionale di Canto a Braccio di Borbona fino alla tarda sera di sabato 25 settembre. Era già passata la mezzanotte quando il Sindaco di Borbona Antonio Durante ha consegnato nelle mani del primo classificato la targa ricordo dell'evento. Un titolo, quello di "Poeta laziale dell'anno" che rimarrà in possesso del vincitore sino alla prossima edizione del Festival.

 

Il Sindaco Antonio Durante premia il primo classificato Pietro De Acutis

 

La gara, presentata e diretta con maestria e professionalità da Mauro Chechi, ha visto la partecipazione di ben quattordici poeti tra laziali, abruzzesi e toscani suddivisi in tre squadre i cui membri sono stati scelti a caso per estrazione. Seduti in prima fila in trepidante attesa i poeti Maurizio Abbafati, Rinaldo Adriani, Ezio Bruni, Donato e Pietro De Acutis, Francesco Marconi, Agnese Monaldi (unica donna in gara), Marcello Patrizi, Berardino Perilli, Alessio Runci, Paolo Santini, Felice Vanni e Stefano Prati aspettavano il loro turno per salire sul palco. Quattro i temi a disposizione per ciascun gruppo di cantori, temi precedentemente stabiliti e attribuiti a caso ai gruppi dalla giuria preposta alla votazione e composta da tre membri esperti e qualificati le cui generalità non sono state svelate neanche al termine della manifestazione.

 

i quattordici poeti in attesa di salire sul palco

 

Il tema andava sviluppato con una sola ottava la cui rima finale, come vuole la tradizione del canto a braccio, doveva essere ripresa dal poeta successivo.

Al termine dalla prima fase eliminatoria, rimanevano in gara quattro poeti: Pietro De Acutis, il figlio Donato, Paolo Santini e Berardino Perilli. La scelta delle coppie per la finale, svolta anch'essa per estrazione, vedeva uno scontro tra padre e figlio con i due De Acutis in competizione ad iniziare la fase finale del festival.

In attesa del verdetto della giuria , Mauro Chechi chiamava sul palco l'attrice Cloris Brosca che con bravura e simpatia recitava una poesia in dialetto napoletano e, spinta da Chechi, tentava una approccio all'ottava rima.

 

Mauro Chechi con l'attrice Cloris Brosca

 

Pubblico in trepidazione in attesa di conoscere l'esito della votazione che che vedeva in Pietro De Acutis e Berardino Perilli i finalisti della gara.

Ancora alcune ottave, allora, per conoscere il nome del vincitore, con la simpatia e la genuinità di Perilli contrapposta alla tecnica alla padronanza di De Acutis.

Difficile scegliere data la bravura e le capacità dimostrate da entrambi i concorrenti. I due poeti vengono richiamati sul palo per un'altra ottava al termine della quale, dopo non poca suspense, veniva dichiarato vincitore Pietro De Acutis.

 

i due finalisti Berardino Perilli e Pietro De Acutis

 

Il Festival, tuttavia, ha avuto seguito anche nella giornata di domenica 26 con l'esibizione del Coro "Concezio Colandrea" di Borbona che ha proposto al pubblico una serie di canzoni popolari tipiche della zona. Gli ultimi due brani sono stati, invece, una dedica particolare a Mauro Chechi, da sempre impegnato nella realizzazione ed organizzazione del Festival, con l'adattamento per coro di due tra i suoi brani più famosi e conosciuti: "Pia dè Tolomei" ed "Il barbone".

 

il coro "Concezio Colandrea" di Borbona

 

Molto divertente e vivace la prestazione del duo "Rew & Shade", giovanissimi artisti piemontesi di "freestyle", disciplina dell'hip hop, consistente nel rappare su una base (solitamente tracce strumentali di dischi americani) improvvisando rime a tempo della stessa. Una nuova ed attuale forma di improvvisazione in rima importata dagli USA e che ha molto successo e seguito tra i giovani.

 

i rapper "Rew & Shade" con i cantori

 

La performance, che ha raccolto molti applausi e risate vista la bravura  e simpatia dei protagonisti, si è conclusa con l'originale contrapposizione tra la "vecchia" tradizione dell'ottava rima, rappresentata dai poeti locali Giampietro Giamogante, Matteo Mengattini  e Francesco Marconi e dai toscani Emilio Meliani e Benito Mastacchini, e quella moderna del freestyle con scambi di battute e rime che hanno allietato ed appassionato il pubblico tra il quale era presente una numerosa rappresentanza della pro loco del Comune di Rotella (più di centocinquanta persone) giunta appositamente per assistere allo spettacolo. A tutti e tre i giorni del Festival hanno assistito anche un gruppo di ragazzi del Liceo Scientifico "Morgagni" di Roma, che hanno seguito, con interesse ed impegno, le lezioni sull'ottava rima e la poesia improvvisata tenute appositamente da Mauro Chechi, salendo anche sul palco per dare sfoggio dei loro lavori eseguiti.

 

i cantori Emilio Meliani, Francesco Marconi, Matteo Mengattini, Benito Mastacchini e Giampietro Giamogante

 

Commovente e toccante la recitazione di una poesia  fatta da Benito Mastacchini, poesia di propria composizione sul duro mestiere del boscaiolo, lavoro da lui esercitato per trent'anni; una interpretazione che ha strappato applausi scroscianti da parte del pubblico.

Un saluto finale, a conclusione del festival, da parte di Mauro Chechi e Alessio Runci, salito all'ultimo momento sul palco, con un arrivederci alla prossima edizione del Festival.