Canto a braccio: un successo anche per l'edizione 2011

 

Questa edizione del canto a braccio ha coronato un percorso iniziato fin dalla seconda edizione che si poneva come traguardo di unire tutti i comuni dell’Alta Valle del Velino all’interno di un patto che riconoscesse il canto a braccio quale bene immateriale della nostra zona e in quanto tale da valorizzare e tutelare.
Il coinvolgimento e l’impegno del delegato alla cultura della Provincia di Rieti Prof.
Domenico Scacchi che con noi e il Dott. Antonio Damasco, coordinatore del Festival delle Province, ha portato alla sottoscrizione di un accordo di programma tra Provincia di Rieti e i Comuni di Accumoli, Amatrice, Cittareale, Leonessa, Posta, Micigliano e Borbona che riconosce l’importanza culturale del “canto a braccio” e impegna tutti i comuni e la stessa provincia a mantenerne viva la tradizione.
Le energie profuse nel voler far conoscere e riconoscere l’oralità in questi anni di festival si sono ulteriormente materializzate con la costituzione di analoga rete dei comuni nella Alta Valle dell’Aterno con il sostegno dell’Assessore Provinciale alla Cultura dell’Aquila Marianna Scoccia.
Il
canto a braccio, grazie all’impegno di tanti sta tornando ad essere quella forma di cultura popolare che merita sicuramente non solo di essere rispolverata ma tornare a splendere della luce che le grandi arti meritano.
Prossimamente, la rete dei comuni insieme al Festival delle Province e al comitato del Festival del Canto a Braccio di Borbona inaugureranno le “cattedre ambulanti”, che vedranno i poeti e non solo quali insegnanti di “canto a braccio” nelle realtà e non solo dove questa cultura và recuperata e reimpostata. Il prof.
Tullio De Mauro ha accettato l’incarico di rettore delle cattedre ambulanti.
Abbiamo continuato l’attività di divulgazione del canto a braccio con una presenza qualificata importante e apprezzata nel Comune di Deliceto, FG (luglio 2011) e a Torino con una presenza agli Stati Generali della Cultura Popolare (settembre 2011), ancora a Torino in dicembre e poi a Civitavecchia ad ottobre; queste le tappe più importanti per la diffusione e la promozione di questa forma di cultura popolare.
Queste le attività propedeutiche che si sono concretizzate nella sesta edizione del
Festival che si è svolta il 15-16-17 settembre 2011 a Borbona.
Il festival nella sua modulazione rappresenta un appuntamento importante di cultura popolare. Tre giorni densi di appuntamenti e di esibizioni anche di diverse forme di cultura popolare.
L’apertura della manifestazione è ormai tradizionalmente affidata alla Banda e al
Coro di Borbona, corale nata recentemente grazie al supporto della ultracentenaria banda musicale, riconosciuti in questi giorni come gruppi di interesse nazionale. La ricerca di brani locali che narrano la storia della nostra vallata ponendo l’accendo su alcuni passaggi importanti della vita quotidiana dei singoli e della comunità, la semina i mestieri le arti il prete il gregge il lupo l’agricolture. Ampliando il proprio repertorio con brani popolari noti e che comunque legati alla nostra terra.
Di seguito si è voluto fortemente un confronto tra i
“poeti giovani”. Il risultato è stato notevole. Tra il pubblico numerosissimo si percepiva chiaramente la tensione dei poeti che sapevano di essere davanti ad una platea di esperti e appassionati, “parterre” difficile da trovare altrove, ma soprattutto i “giovani poeti” erano consapevoli che la sera dopo ad esibirsi sarebbero stati i “senatori” (poeti vecchi) e quindi dovevano dare il meglio e, ovviamente come regola del canto a braccio, la sfida è avvenuta rigorosamente in rima. I giovani improvvisando hanno invitato i “vecchi” alla risposta su argomenti vari ma soprattutto sul loro essere giovani e quindi migliori. La tenzone è nata spontanea, come tradizione vuole, ed ha portato due “vecchi” a salire sul palco e rispondere creando un momento di altissima creatività e ilarità. Il pubblico ha apprezzato molto questo momento invitando ripetutamente i cantori a non desistere. Nella stessa serata la presenza degli stornellatori romani, che si sono esibiti in brevi intervalli e hanno poi chiuso lo spettacolo rendendo la manifestazione veramente senza confini territoriali perché l’arte non ha e non può avere frontiere.
Il sabato, dopo la sottoscrizione dell’accordo di programma tra i comuni, i poeti si sono esibiti nello spettacolo di canto a braccio classico in ottava rima, magistralmente coordinati da
Mauro Chechi. Quando i cantori, lasciando da parte la serietà dell’ottava rima, si divertono, accompagnati dagli strumenti tradizionali (organetto e ciaramella), a cantare in terzine e quartine, esaltano le loro capacità e la loro ironia. La serata è stata chiusa rappresentando una antica tradizione: la serenata alla donna amata (“Se sarà sereno serenata sia”), che è la dichiarazione d’amore dell’uomo, il giorno primo del matrimonio, alla promessa sposa.
Domenica pomeriggio ancora una esibizione di cantori a braccio e, a seguire, l’attesissimo concerto di
Ambrogio Sparagna, musicista ormai amatissimo dalla platea del festival, che non ha lesinato applausi e incitamenti agli otto musicisti presenti sul palco con un’infinita richiesta di bis, degna conclusione ad un festival sempre meglio organizzato e riuscito.
Un ricordo al compianto Sindaco Antonio Durante, scomparso lo scorso aprile, appassionato estimatore ed entusiasta organizzatore del festival al quale forniva tempo, competenze ed energie, una figura comunque presente nell’animo di tutti i poeti e degli artisti che si sono esibiti sul palco e che hanno voluto ricordarlo con rime e parole commosse ed affettuose, mentre Ambrogio Sparagna gli dedicava il concerto.