Ad aprire il Festival di Canto a Braccio di Borbona il tamburello di Marco Calabrese e l'organetto del borbontino Giovambattista Teofili che hanno dato il via alla splendida prima serata del festival, dedicata come sempre alla musica popolare, che ha avuto come ospiti la Nuova Compagnia di Canto Popolare, gruppo storico della musica popolare italiana, attivo fin dagli ultimi anni sessanta.
Giovambattista Teofili e Marco Calabrese
Il gruppo, con la presenza di ben nove musicisti capitanati da Fausta Vetere (chitarra, tamburello, voce) e Corrado Sfogli (chitarra), con Michele Signore (violino), Gianni Lamagna (voce), Carmine Bruno (percussioni), Mario Ciro Sorrentino (tromba, ciaramella), Anastasia Cecere (flauto), Pasquale Ziccardi (basso), Marco Sfogli (chitarra), ha proposto alcune canzoni del vecchio repertorio come "Li sarracini adorano lu sole" o "Tammuriata nera" ma anche brani tratti dall'ultimo album "Candelora" del 2005 come "‘A vita è ‘na taranta", "La fortuna", "Nennella" e "Candelora". Più di due ore di concerto per un pubblico entusiasta che, al termine dello spettacolo, ha richiamato a gran voce e con applausi scroscianti gli artisti sul palco per il bis. Standing ovation finale a dimostrazione del grande apprezzamento della platea per degli artisti di grande livello.
A chiudere le terzine di Pietro De Acutis e Francesco Marconi che, accompagnati dalla ciaramella di Andrea Di Giambattista, hanno salutato il pubblico invitandolo a partecipare alla serata di sabato nella quale saranno protagonisti i cantori a braccio.
la Nuova Compagnia di Canto Popolare
Nella serata di sabato la consueta gara poetica tra i cantori laziali ed abruzzesi presentati e diretti sul palco da Mauro Chechi sempre abile a condurre lo spettacolo ed a intervenire anch'egli con improvvisazioni alla maniera toscana.
Ben nove i poeti presenti: Paolo Santini, Alessio Runci, Berardino Perilli, Francesco Marconi, Pietro e Donato De Acutis, Marcello Patrizi, Rinaldo Adriani, che hanno dato vita a contrasti e gare di improvvisazione molto apprezzate dal numerosissimo pubblico.
Interessanti le nuove proposte di spunto alla improvvisazione, messe in atto dagli organizzatori del festival, come quella di invitare due poeti ad un contrasto, con un terzo poeta libero di rimare sui temi degli altri due, oppure con la declamazione di un solo endecasillabo al quale il poeta doveva poi dare continuazione completando l'ottava.
Nella prima serata di domenica 16 settembre sul palco il Coro di Borbona, accompagnato da alcuni elementi della Banda Musicale "Concezio Colandrea", che, dopo aver iniziato con "La montanara", uno dei più celebri canti di montagna, ha proposto alcuni brani tradizionali abruzzesi e laziali.
il Coro di Borbona diretto dal Maestro Concezio Colandrea
A seguire i giovani cantori a sostituzione degli "anziani" esibitisi la sera del sabato. A presentare lo spettacolo, ma anche ad esibirsi in ottave e terzine, Giampiero Giamogante e Marco Calabrese, mentre come cantori erano presenti Donato De Acutis e Francesco Marconi, già autori di performance il sabato sera, Alessio Checchi ed il giovane Pierpaolo Camponeschi alla sua prima esibizione in pubblico.
Ad affiancare i poeti i giovani rapper Nitro e Dank nomi d'arte per Nicola Albera e Fabio Carima che hanno entusiasmato il pubblico con la loro abilità ad improvvisare nella tecnica del freestyle.
i rapper Dank e Nitro sul palco del festival
Molto apprezzata la contrapposizione tra la tecnica dell'ottava rima e quella del rap, con esibizioni che hanno entusiasmato la platea.
Un grande successo di pubblico ed un interesse anche da parte delle autorità con la presenza sabato sera di Domenico Scacchi (Consigliere provinciale con deleghe alla Cultura e all'Università) che ha voluto sottolineare il proprio appoggio al festival quale importante iniziativa a carattere culturale, e di Lidia Nobili (Consigliere Regionale della Regione Lazio) presente nel pomeriggio di domenica che ha espresso il proprio entusiasmo per lo spettacolo e l'organizzazione dell'evento.