Festival 2014, vince Alessio Runci
Con la discesa dei cantori, accompagnati da ciaramelle, organetti e tamburelli, da quattro località diverse di Borbona (“I Forti”, “Colle Pietrangeli”, “Chennitto” e “Fonte Viva”) e l’arrivo in Piazza Concezio Colandrea, all’interno del capannone appositamente allestito, comincia, alle ore 21 di venerdì 19 settembre, la nona edizione del “Festival Regionale di Canto a Braccio”.
Dopo un breve preludio ed un saluto iniziale del Sindaco di Borbona Maria Antonietta Di Gaspare, sale sul palco la Corale Polifonica Gran Sasso, diretta da Carlo Mantini, figlio del fondatore Paolo Mantini. Il gruppo musicale, formato da più di quaranta elementi tra donne e uomini, tutti in tradizionale costume abruzzese, è un coro a voci miste fondato a L'Aquila nel 1951. Grande emozione tra il pubblico nel vedere il gonfalone della Corale con il simbolo della città de L’Aquila; è ancora vivo il ricordo del terribile evento sismico del 2009 ed è grande l’affetto che i borbontini hanno verso il capoluogo abruzzese. Il coro ha deliziato la platea con canti tipici abruzzesi, conosciuti dalla maggior parte del pubblico che ha risposto con fragorosi applausi alla bella performance del gruppo aquilano. Brani come “Te vojio revete'....”, “All’orte”, “La fija mè”, “La Bbande de zì Nicò’”, “L’acquabbelle”, “Gran Sassu mè” e poi, al termine, l’attesissimo e richiestissimo “Vola, vola, vola” vero e proprio inno dell’Abruzzo. Ben due i bis richiesti e molta soddisfazione e ringraziamenti da parte di tutta la corale al pubblico del festival.
la Corale Polifonica Gran Sasso
A seguire, il concerto dei “Chidderìa” gruppo che propone “canzoni tanto diverse tra loro, ma legate dalla disperata vitalità di un popolo che utilizza la voce come mezzo apotropaico, proprio come i botti dell’ultimo dell’anno o delle tante feste patronali hanno lo scopo di allontanare il male…” (dal sito www.teatrovalleoccupato.it/). Il gruppo con Elia Ciricillo alla chitarra e voce, Daniele Mattei alla chitarra e voce e Camillo De Felice, voce, tamburo, tamburello e kazoo, ha intrattenuto il pubblico con canzoni provenienti dalla tradizione popolare partenopea e non solo, sino a tarda sera.
I Chidderia
Sabato sera la tanto attesa gara tra i cantori. Si inizia con l’antico suono della ciaramella suonata da Alessio Di Fabio accompagnato al tamburello da Franco Moriconi di Cittareale. Le luci si abbassano e una registrazione audio ci fa ascoltare un brano tratto dall’opera “Il poeta fanatico” di Carlo Goldoni, commedia scritta con l’intento di ironizzare sugli improvvisatori e sul furore poetico che sembrava caratterizzare il secolo del grande drammaturgo. Un brano emblematico sulla poesia estemporanea in ottava rima: “La senta sti versi; i se chiama endecasillabi, cioè de undese piè. I xe otto versi, che forma un’ottava rima. El primo se rima col terzo e col quinto; el segondo col quarto e col sesto; e i do ultimi da so posta. La ascolta sta ottava, la la impara, e per adesso ghe basta cussì. Xe un dono de natura la bellezza, Che se perde col tempo, e se ne va. Xe un don della fortuna la ricchezza, Che poderia scambiarse in povertà. Quel che se stima più, che più se apprezza, Xe la fede, el bon cuor, la carità. Questa xe la lizion, che mi ghe dago; La impara sta ottavetta, e me ne vago.”
Ritorna la luce in sala e il Sindaco Maria Antonietta Di Gaspare sale sul palco, invitata dal presentatore della serata, il bravo e simpatico Giampiero Giamogante, per un saluto al numerosissimo pubblico (nonostante fossero molti, i posti a sedere erano tutti occupati e tante persone hanno dovuto assistere allo spettacolo in piedi). Il Sindaco ha voluto soprattutto sottolineare l’impegno, sia organizzativo che economico, profuso dal Comune di Borbona per la realizzazione dell’evento, ringraziando, altresì, la Provincia di Rieti e la Comunità Montana del Velino per il contributo economico concesso per la realizzazione del Festival ed i comuni di Terranuova Bracciolini (GR) e Cittareale (RI) per la preziosa collaborazione resa in appoggio alla manifestazione, con la realizzazione di eventi, sempre legati all’ottava rima, nei quali sono state effettuate le selezioni de i migliori cantori da portare al festival di Borbona.
l'organetto di Giovambattista Teofili e il tamburello Marco Calabrese
Una importante sottolineatura anche per la lodevole iniziativa del “Posto occupato”, con una sedia, in prima fila, lasciata libera, ma il realtà virtualmente “occupata” da una donna vittima di violenza. Una forma semplice ma significativa, per sensibilizzare il pubblico sul triste fenomeno del maltrattamento sulle donne.
Un ringraziamento anche alla Rete Italiana di Cultura Popolare presente con Valentina Padoan, come rappresentante, grazie alla quale per la prima volta il festival ha potuto essere in diretta in streaming, e quindi poteva essere seguito in tutto il mondo. La presenza della Rete Italiana di Cultura Popolare, associazione alla quale il Comune di Borbona ha aderito, permetterà l’inserimento di tutto il materiale cartaceo ed audio-video relativo al canto a braccio, su un portale internet appositamente realizzato.
Inizia la gara con gli undici cantori, provenienti dalle selezioni effettuate in due manifestazioni di canto a braccio svoltesi a Terranuova Bracciolini (GR) e a Cittareale (RI). Chiamati in ordine alfabetico salgono sul palco e prendono posto: Pietro Benedetti da Tuscania (VT), Franco Finocchi da Tolfa (RM), Ivo Mafucci di Arezzo (con i suoi 84 anni il più anziano cantore in gara), Francesco Marconi da Scanzano di Cittareale (RI), Irene Marconi da Massa Marittima (GR) (unica donna in gara), Marzio Matteoli da San Miniato (PI), Emilio Meliani di Pontedera (PI) (già vincitore lo scorso anno al Festival), Alessio Runci da Terzone di Leonessa (RI), Enrico Rustici di Braccagni (GR), Berardino Perilli da Campotosto (AQ) ed Ezio Bruni da Artena (RM).
Prima dell’inizio della gara un affettuoso saluto, effettuato in diretta telefonica, a Paolo Cioni, per tutti “Paolino”, unico cantore di Borbona, impossibilitato a intervenire per un grave incidente occorsogli ed ancora convalescente in ospedale. Un applauso ha salutato il poeta che, commosso, ha delegato l’amico Giampiero Giamogante a recitare una sua ottava di saluto: “Non mi è permesso da una casa di cura/Potermi cimentare in ottava rima/Ma l’amore che porto per il posto/vi assicuro è più forte di prima/Pensare a come sto mi fa paura/Devo osservare tanta disciplina/Per non parlare poi del gran dolore/Che mi affligge sempre e più di prima. Ora saluto tutti i vati in gara annessi tutti gli organizzatori e coloro che con tenacia e zelo danno lustro alla manifestazione. Un abbraccio speciale a tutti i borbontini e arrivederci a presto.”
Chiamata da Giampiero Giamogante, prende posto, in una apposita area delimitata della platea, la giuria popolare composta da 20 elementi: Mario Ciaralli, Grazia Tiezzi, Laura De Vecchis, Ennio De Santis, Giovambattista Teofili, Angelo Morbidelli, Nando Di Giammarino, Rosato Gizzi, Andrea Careri, Francesco Tomassetti, Domenico Angelini, Alberto Cortese, Silvano Mantovani, Maurizio Ragni, Alessio Di Fabio, Enzo Canofari, Angelica Filippini, Ben Dwyer (proveniente dall’Australia), Giuseppe Pennese, Cristina Gherardini.
Sul palco la giuria tecnica composta da: Pino Marino, cantautore e paroliere, nonché autore di racconti e narrativa; Alessandro Trinofetti, insegnante di Lettere presso un liceo scientifico statale e autore di spettacoli di poesia teatrale; Pietro Lino Grandi, cantastorie da Lucca ed esperto conoscitore dell’ottava rima; Giovanni Lorenzini di Poggio Moiano, dal 2011 al 2013 Preside del Liceo Varrone di Rieti, appassionato di cultura popolare.
un contrasto tra i due "Marconi", Irene e Francesco
Dopo le tradizionali ottave di saluto, inizia la gara vera e propria con i cantori impegnati a sviluppare, singolarmente, un tema estratto a caso tra quelli precedentemente preparati dagli organizzatori del Festival. Inizia, seguendo un rigoroso ordine alfabetico, il toscano Pietro Benedetti al quale viene assegnato il tema “Il canto del grillo”. A seguire Ezio Bruni con “C’è sempre una prima volta”; poi Franco Finocchi con “C’è chi la notte…”, Ivo Mafucci con “C’era una volta l’oste”, Francesco Marconi con “Chi non lavora…”, Irene Marconi con “Quando l’artista crea”, Marzio Matteoli con “Il peso del giudizio”, Emilio Meliani con “Dalla finestra di casa”, Berardino Perilli con “Attraverso il mare”, Alessio Runci con “Cent’anni fa, la guerra”, Enrico Rustici con “Amore mio, perdono”. Finisce la prima parte della gara e inizia la seconda, stavolta con contrasti tra due poeti con due ottave per ciascuno. Inizia la coppia Runci-Mafucci con il tema, interpretato nell’ordine, “Arte classica-Arte moderna”, poi a seguire Finocchi-Perilli con il tema “Nano-Gigante”, Rustici-Bruni con il tema “Ombra-Anima”, Benedetti-Matteoli con il tema “Professore-Genitore dell’alunno”, Marconi Francesco-Marconi Irene con il tema “Leggenda-Storia”, Meliani-Bruni con il tema “Testa-Cuore”, Matteoli-Rustici con il tema “Piedi-Ali”, Finocchi-Marconi con il tema “Caldo-Freddo”, Mafucci-Perilli con il tema “Innocenza-Malizia”, Meliani-Runci con il tema “Trapezista-Domatore”, a chiudere le sfide Irene Marconi-Pietro Benedetti con il tema “Bianco-Nero”.
Si concludono così i contrasti tra i cantori. Nell’attesa dell’elaborazione e del conteggio dei voti da parte della giuria, sale sul palco il Sindaco Maria Antonietta Di Gaspare che approfitta dell’occasione per ringraziare tutti coloro si sono prodigati per la perfetta riuscita della manifestazione: Valentina Durante, Giampiero Giamogante, Donato De Acutis, Cristina Calzetta, Marco Calabrese per l’assistenza alla giuria e l’organizzazione dietro le quinte, Daniela Anzidei per la realizzazione ed il montaggio dei tendaggi del palco, Andrea Di Giambattista per il service audio, il dipendente comunale Fabio Scaletta per il prezioso aiuto, Valentina Padoan per il contributo dato a nome della Rete Italiana di Cultura Popolare. Dopo una breve parentesi musicale con il borbontino Giovambattista Teofili all’organetto, viene proclamato il vincitore che, per l’edizione 2014, è Alessio Runci da Terzone di Leonessa (RI), al quale viene consegnato un piatto in ceramica con scritta una ottava del poeta borbontino Severino Lopez ed un “Rimarello” dell’800 frutto delle ricerche sull’ottava di Maurizio Ragni. Agli altri partecipanti, classificatisi tutti “secondi”, come ricordo dell’evento, una bottiglietta di genziana donata da Valentina Durante, ultimo prodotto artigianale del padre, il compianto sindaco Antonio Durante, uno degli ideatori e affezionato supporter del Festival, scomparso nel 2011.
“Peppe de' Lillo”, Runci, Calabrese, Donato De Acutis, Marconi
Ma il festival non si esaurisce con la proclamazione del vincitore e prosegue nel pomeriggio di domenica 21 settembre con un pranzo sotto il tendone a base di pasta all’amatriciana, lenticchie con salsicce e buon vino, il tutto accompagnato dalla musica del cantastorie lucchese Pietro Lino Grandi. Terminato il pranzo, continua lo spettacolo con i poeti Marco Calabrese, Francesco Marconi e Alessio Runci “interrotti” dall’intervento di un giullare, il bravo attore Pietro Benedetti, già concorrente tra i cantori la sera precedente, che si è poi esibito sul palco. Al termine della recitazione Giampiero Giamogante, anche in questa occasione nelle vesti di presentatore, approfitta del costume indossato da Benedetti per proporre una sfida in ottave dal tema “Il poeta-Il Giullare” con, nelle vesti del poeta, il vincitore del Festival Alessio Runci. Poi sul palco il bravo cantastorie Franco Finocchi ed Ennio De Santis che ha recitato alcune sue poesie. In contemporanea, nella vicina chiesa di Santa Maria Assunta, un concerto di liuto di Marzio Matteoli. Poi ancora canto a braccio con il contrasto tra Francesco Marconi e Marco Calabresi dal tema “Dimmelo-Dammela” e poi musica con “Peppe de' Lillo” (all’anagrafe Giuseppe Runci) ed il suo organetto ed i giovani fratelli Enrico ed Alessio Mariani della frazione di Castiglione di Montereale (AQ) bravissimi con la loro ciaramella.
Giampiero Giamogante e uno dei fratelli Mariani alla ciaramella
Prosegue l’alternanza tra poesia estemporanea e musica con terzine a tema libero ed ottave con i poeti Donato De Acutis, Giampiero Giamogante e Marco Calabrese, sino ad allora impegnati nell’organizzazione del festival, finalmente liberi di poter dimostrare la propria bravura poetica. Sul palco hanno luogo i contrasti tra Runci e Donato De Acutis sul tema dell’improvvisazione poetica, Betti e Finocchi con il tema “L’acqua di mare-L’acqua di fonte”, Marconi-De Santis con il tema “Fiore-Frutto”, Ivo Mafucci-Ennio De Santis con il tema “Fuoco-Vento”, Marco Calabrese e Donato De Acutis con il tema “La Donna-La Vipera”, Marco Betti e Alessio Runci con il tema “Viandante-Pellegrino”. Finale con all’organetto Peppe de' Lillo e, in seguito, Andrea Di Giambattista, con le ciaramelle di Enrico ed Alessio Mariani ed i tamburelli di Valentina Durante, Evita Casciano, Franco Moricone, Stefano Confalone che hanno simpaticamente intrattenuto il pubblico spingendo anche molti a ballare davanti al palco.
Il vincitore: Alessio Runci
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